Va bene che stiamo
vivendo tempi duri, soprattutto per quanto riguarda la crisi del
lavoro, ma quello che sta succedendo in Giappone supera ogni più
fervida fantasia.
Pare infatti che, nel
Paese del Sol Levante, parecchie ragazze in attesa di trovare
una "seria" occupazione, abbiano deciso di affittare parti del proprio corpo
alle aziende.
Mettiamo subito in chiaro le cose, a scanso di fraintendimenti: niente di particolarmente
scandaloso, si tratta soltanto di tattoo temporanei sulle cosce,
attraverso i quali vengono pubblicizzati prodotti che vanno dalla crema
depilatoria, passando per l'ultimo disco dei Green Day, fino
all'ultimo modello di jeans.
L'idea di questa
singolare iniziativa la si deve ai responsabili dell'agenzia PR di
Tokyo i quali, orgogliosamente, affermano di aver già tatuato ben 1300
cosce di ragazze, tutte da poco maggiorenni, che hanno deciso di
“prestare” le loro gambe per applicare un tatuaggio con il logo
dell'azienda da pubblicizzare.
Una volta applicato sulla
pelle il banner, il loro compito è quello di andare in giro
-preferibilmente in luoghi affollati- con addosso la minigonna e,
quindi, di farsi fotografare.
Per dimostrare di aver
bene eseguito il proprio compito, nonché per ampliare il messaggio
pubblictario, alle ragazze è infine richiesto di postare le immagini
delle loro gambe su Facebook e Twitter.
La cosa più interessante
di questa operazione, è rappresentata dal compenso: le ragazze
vengono, infatti, pagate a giornata arrivando a racimolare fino a 128
dollari al giorno, per farsi vedere in giro mostrando le gambe ed
indossando la minigonna, cosa che magari farebbero lo stesso, senza
prendere alcun compenso.
L'iniziativa, c'era da
aspettarselo, non è certo passata inosservata, anzi, ha sollevato
non poche perplessità, essendo considerata come un ulteriore esempio
di mercificazione del corpo femminile e del guadagno facile.
Anche se non si tratta
certo della prima volta che, gambe o teste, vengono usati come spazi
pubblicitari.
Come quella volta che una
boutique di Auckland (Nuova Zelanda), mise uno slogan in rilievo
sulle assi di una panchina, tanto che chi vi si sedeva rimaneva il
messaggio impresso sui pantaloni o sulla carne.
Ma anche in Italia, è
successo qualcosa del genere: qualche anno fa, infatti, l'ex pugile
Vincenzo Cantatore si presentò sul ring per un match, con tatuata
sulla schiena la pubblicità di un servizio di radiotaxi, assicurando
al messaggio promozionale riprese televisive per la durata di ben quindi round.
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