Dopo aver collezionato una serie
(immeritata) di medaglie di legno, è arrivato finalmente l'argento mondiale per la
piccola grande regina della ginnastica artistica made in Italy: proprio così, Vanessa Ferrari è tornata sul podio ad Anversa, sei anni
dopo il bronzo conquistato a Stoccarda, quand'era appena sedicenne.
A dimostrazione del fatto che un
cuore grande può albergare anche in un corpicino da farfalla, ecco
che il primo pensiero della Ferrari è andato alle tante vittime del
naufragio di Lampedusa.
“Dedico questa medaglia ai
tanti ragazzi che sono morti nella tragedia di Lampedusa, come me
nello sport, anch'essi erano alla ricerca di un sogno, ma loro non ce
l'hanno fatta” -queste le prime parole della campionessa lombarda a margine della premiazione.
Per quanto riguarda la performance
che le ha permesso d'issarsi fino a un passo dal titolo, la quasi
23enne ginnasta racconta “Avevo i crampi nelle mani, prima
dell'ultima diagonale, anche se non volevo proprio bruciarmi questa
ennesima occasione” -ha detto- “in passato avevo subito dei
torti dai giudici, ci mancava che mi rovinassi da sola, questa
volta”.
A tale proposito, abbiamo ancora
tutti negli occhi i torti subiti da Vanessa Ferrari nella finale olimpica di
Londra 2012, che le hanno impedito di portarsi a casa dai Giochi una
meritatissima medaglia di bronzo.
La piccola Vanessa, però, ha
dimostrato di essere più forte di tutto, dei regolamenti e dei
giudici che l'hanno spesso penalizzata, della giovani avversarie e
anche degli infortuni, che l'avevano per tanto tempo limitata.
Ora che il meritato successo di
Anversa ha contribuito a ridarle la scena, in molti s'affretteranno a
dire che “Vanessa è tornata” ma, come assicurano dal clan azzurro,
in realtà non era mai andata via.
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