Per la verità, un primo Pallone
d'Oro il bomber madridista Cristiano Ronaldo l'aveva già conquistato nel 2008, ai tempi
in cui vestiva la maglia dei Reds di Sir Alex Fergusson, dall'anno
successivo fino ad oggi, però, è stato costretto a masticare amaro
di fronte ai quattro trionfi consecutivi dell'asso del Barcellona,
ovvero Lionel Messi.
Dopo aver occupato per ben tre
volte il secondo gradino del podio (2009, 2011 e 2012), almeno stando
ai rumors, pare proprio che l'ambito trofeo di France Football per
l'anno 2013 possa tornare nuovamente nelle mani del campione portoghese, addirittura con la benedizione della stessa “Pulce”
catalana.
Intervistato da Marca, l'asso
argentino si è infatti accodato alla stampa sportiva italiana
nell'indicare come proprio successore il CR7 del Real Madrid “Va in gol in tutte le partite ed è sempre protagonista sia nel proprio club,
che nella Nazionale del proprio Paese” -ha dichiarato Lionel
Messi- “Va avanti così ormai da anni, non so se è ai suoi
massimi livelli, ma poco importa, perché da anni continua a fare
grandi cose”.
L'asso blaugrana ha inoltre approfittato dell'intervista di Marca anche per rispondere al desiderio espresso dal nuovo proprietario dell'Inter,
l'indonesiano Erick Thohir, di averlo in futuro nella propria squadra
“La mia intenzione è giocare sempre per il Barcellona” -ha
detto- “pur essendo orgoglioso di sapere che ci sono grandi squadre
interessate a me”.
Il quasi ex Pallone d'Oro ha
infine suonato la carica in vista dei prossimi Mondiali di Brasile
2014, esprimendo il desiderio di poter salire, almeno una volta, sul
tetto del mondo anche con la sua Albiceleste, magari proprio in casa
dei cugini sudamericani “Per me, per i miei compagni e per tutto
il popolo argentino” -ha concluso- “sarebbe un sogno
vincere quel titolo, che manca ormai da troppi anni dal nostro
Paese”.
Ronaldo è probabilmente il miglior giocatore di football tecnico di sempre. Può capire profondamente il modo in cui il calcio e il suo gioco di gambe sono così veloci. Quando teneva la palla per affrontare il difensore, la sua corsa e il suo turno erano così brevi e così acuti.
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